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Il Surrealismo e la poetica dell'automatismo psichico
di Vilma Torselli
pubblicato il 26/01/200
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"Il poeta futuro supererà l'idea deprimente dell'irreparabile divorzio tra l'azione e il sogno". (André Breton)






Poiché la storia del pensiero umano si svolge senza soluzioni di continuità, anche nel Surrealismo movimento culturale che si afferma dopo il Dadaismo (il manifesto del Surrealismo ad opera di André Breton data 1924), persiste di quest'ultimo il senso generale di rivolta e di negazione, tuttavia associato al tentativo di trovare una soluzione alla crisi, una posizione di mediazione che in qualche modo componga la frattura, ancora viva e dolorosa, tra arte e società, tra realtà e fantasia, tra individuo e collettività.

Nonostante una connotazione sostanzialmente programmatica, il vero bersaglio contro il quale agisce il Surrealismo è ancora il pensiero tradizionale, come lo era per il Dadaismo, di cui conserva una forte componente (lo stesso Breton proviene da Dada) e molte caratteristiche del Surrealismo saranno direttamente derivate dal Dadaismo, come la religione della casualità.

Comunque va detto che per la prima volta, dalla nascita dell'arte moderna, ferma restando la critica e la protesta, si sente il bisogno di costruire, di organizzare, di dare una risposta chiara e programmatica al problema, basilare per il Surrealismo, della libertà, sia individuale che sociale.

Grande peso avranno nello sviluppo del Surrealismo (la cui denominazione è un omaggio ad Apollinaire) le teorie di Freud e di Marx , proprio in quanto riferibili l'uno all'individuo, l'altro alla società, lo spirito romantico e quello della rivoluzione sociale, due facce di un problema che il Surrealismo cercherà di comporre fra non poche contraddizioni, adottando spesso soluzioni unilaterali, o puramente letterarie o puramente politiche.
Quando il poeta Lautreàmont afferma: "La poesia deve avere per scopo la verità pratica", sintetizza mirabilmente ciò che il Surrealismo vuole attuare: colmare la frattura su cui si sono arrovellati gli espressionisti e i dadaisti, collegare l'arte alla storia e realizzare le condizioni per la libertà spirituale e materiale dell'uomo, con atteggiamento vivo, moderno, attuale.

E' possibile dare del Surrealismo una definizione precisa, sulla base di ciò che ha scritto André Breton , che ne fu il maggior teorico: "Surrealismo è automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altre maniere, il funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero con l'assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale."
Nasce una poetica dell'automatismo che, più facilmente applicabile alla parola scritta, viene poi estesa ad ogni fatto artistico nel quale si mettono in atto procedimenti in grado di sottrarre alle facoltà coscienti dell'artista l'elaborazione della sua opera.

L'immagine che ci propone il Surrealismo, eliminando il principio di identità, non si basa più sul concetto di similitudine, ma su quello di dissimilitudine, un'immagine al di fuori di ogni regola naturale o sociale, del buon senso e della logica, che accosta elementi inconciliabili e, per il senso comune, dissimili, in modo traumatico e sconvolgente per lo spettatore, che potrà recepirli solo attraverso l'immaginazione, la fantasia, il sogno, l'allucinazione: è pur sempre, tuttavia, un modo figurativo di rappresentare la realtà, al di fuori di ogni astrattismo e costruttivismo, è un azzardo oggettivo che crea un mondo di oggetti definiti, arbitrariamente associati fino a destituirli di ogni fondamento di realtà.
Questa poetica era stata anticipata nelle opere di Giorgio De Chirico (Piazze d'Italia, 1910) l'inventore della pittura metafisica, al quale lo stesso Breton riconosce un ruolo di precursore.

In generale si può dire che gli artisti si esprimono in modo diverso a seconda della loro personale interpretazione della poetica surrealista, con caratteri più spiccatamente istintivi, affidati al sogno ed alla casualità, come fa Mirò, o attraverso la rielaborazione di un surrealismo più figurativo, teatrale e fantastico, sulla scia della pittura metafisica, come fanno Dalì e Magritte.

Tra gli artisti più importanti del Surrealismo ricordiamo Alberto Giacometti , Salvador Dalì e Max Ernst, che per primo adotta la tecnica del frottage e del dripping (drip painting), Jean Arp, Juan Mirò, René Magritte, Duchamp, artisti in gran parte giunti al Surrealismo da altri movimenti, come del resto Picasso, Chagall, Klee.
In definitiva, il Surrealismo non propone nessun rigido programma o dogma a cui i suoi aderenti si debbano conformare, ma si propone sempre come un atteggiamento generale verso la vita, inteso a salvaguardare la libertà dell'individuo e dell'artista nell'esprimere, in qualsiasi forma, senza limiti né preclusioni, la sua verità.

Storicamente, il Surrealismo fu una risposta all'angoscia della crisi in cui si dibatteva la società dell'epoca, ponendo in termini chiari e strutturati il problema, la costruzione di un mondo libero per gli individui e la collettività, e fornendo possibili tentativi di risposta per risolverlo: non riuscì mai, tuttavia, a fondere in modo soddisfacente le sue due anime, quella sociale e quella individuale, la sfera dell'attività pratica e quella dell'attività dello spirito, giungendo così al suo stesso scioglimento.


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