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Le diverse connotazioni dell'Astrattismo in Europa
di Vilma Torselli
pubblicato il 22/03/2007
"L'ascesa alle altezze dell'arte non-oggettiva è faticosa e piena di tormenti, eppure rende felici. I contorni dell'oggettività sprofondano sempre più a ogni passo, e infine il mondo dei concetti oggettivi-'tutto ciò che noi abbiamo amato e del quale abbiamo vissuto'- diventa invisibile". (Kazimir .Malevic)
Non è facile stabilire con esattezza una data per la nascita dell'Astrattismo, avendosi vari esempi estemporanei di opere d'arte astratta in più parti d'Europa ed in più periodi, tuttavia si può stabilire che esso si strutturi in una sua specifica fisionomia tra il 1910 e il 1914, a seguito di istanze di ordine storico ed estetico ormai impellenti ed improrogabili.

Almeno inizialmente, l'Astrattismo ha due anime: una, che si riconnette a Kandinskij, di impronta lirica, di fuga dal reale, dove prevale l'ispirazione dello spirito, l'effusione romantica ed emotiva, l'altra, rappresentata da Piet Mondrian , dove l'astrattismo è quello del rigore intellettuale, di un certo rigido ascetismo di derivazione calvinista che tende al superamento delle passioni ed al controllo del sentimento, anche in virtù di due posizioni sostanzialmente opposte nei confronti della scienza e del positivismo tecnocratico.
In Russia, Astrattismo vuol dire innanzi tutto rottura con la tradizione culturale del realismo ottocentesco (causa scatenante la rivoluzione socialista del 1905, fallita e sanguinosamente repressa dagli zar), alla ricerca dapprima di un linguaggio nuovo che parli alle masse, poi, dopo la sconfitta dei rivoluzionari, di una forma d'arte vagamente mistica, in fuga da una inaccettabile realtà.
L'attenzione alle esperienze europee, che non venne mai meno negli intellettuali russi, tenne comunque vivo e creativo il clima di quegli anni, così che, sulla scia del Cubismo, si formò un movimento culturale che va sotto il nome di Astrattismo geometrico.
L'Astrattismo come movimento teso alla formulazione di una elaborazione teorica si radica prevalentemente proprio in Russia, dove si dirama poi, fino al 1925, in tre fondamentali correnti che sono: il Raggismo, il Suprematismo, il Costruttivismo.

Già nel 1913 Kazimir Malevic aveva gettato le basi dell' Astrattismo assoluto, inteso come liberazione definitiva dell'arte dalla zavorra dell'oggettività per una totale inoggettività, per una supremazia assoluta della pura sensibilità (da cui il nome di Suprematismo), rivolgendosi ancora una volta alla lezione del Cubismo, mentre Vladimir Tatlin, che si colloca dapprima all'interno di questo movimento, se ne stacca poi polemicamente nel 1915, quando il fascino dello sviluppo tecnologico lo convince che, per cogliere lo spirito dei tempi, è necessario accogliere una sorta di estetica della macchina, una nuova idea di bellezza: ed è la nascita del Costruttivismo.

La rivoluzione vittoriosa del 1917 determinò in Russia un nuovo assetto sociale, in rivolta verso il passato e fiducioso verso un futuro tutto da costruire, in un clima di grande fermento creativo al quale aderirono gli intellettuali di ogni tendenza e formazione, consci che bisognasse trovare per l'arte un linguaggio nuovo, inserito nella nuova realtà ed espressivo dei suoi bisogni.
In questa situazione, uno degli artisti più attivi del Costruttivismo è Vladimir Majakovskij seguito da un nutrito gruppo di artisti organizzati nel LEF, il fronte di sinistra delle arti.
A differenza del Suprematismo, il Costruttivismo sostiene che l'arte debba essere un'attività socialmente utile esplicantesi in forme pratiche, quali la pubblicità, l'architettura, l'arredamento, la produzione industriale (anticipando il concetto di industrial design), innescando così una polemica tra i due gruppi vivace e produttiva, avendo sempre presente il concetto comune di una cultura proletaria in sostituzione di quella borghese, senza arrivare a scontri definitivi grazie alla sensibile mediazione di Lenin che garantì la libera discussione.

Sia i Suprematisti che i Costruttivisti ebbero frequenti rapporti con artisti occidentali, come Kandinskij, Mies van der Rohe, Arp , i membri della Bauhaus.
Poco dopo la morte di Lenin, l'intransigenza del governo, una nuova miope classe di burocrati, il malinteso concetto di un'arte proletaria che aveva bisogno di esprimersi in termini monumentali e retorici per una popolazione che non aveva la minima preparazione culturale, finirono per respingere l'arte entro i confini di un realismo di ottocentesca memoria, retorico e celebrativo, strumentalizzato dal regime staliniano e ridotto ad arte di stato.

Un suo particolare discorso astratto sviluppa Piet Mondrian , che teorizza le sue idee nella rivista "De Stijl" fondata nel 1917: per lui il reale è estraneo alla coscienza interiore, alla quale si perviene tramite un'arte astratta che elimina l'oggetto, un'astrazione totale nella quale si annulla la stessa arte che finisce per identificarsi nello spirito.
Mentre opera la rottura più traumatica e definitiva dalla cultura dell'800, sostanzialmente unitaria, l'Astrattismo afferma nel tempo stesso l'esigenza dell'universalità della rappresentazione artistica, al di fuori delle divisioni e dei contrasti che caratterizzano tutti i movimenti d'avanguardia del 900, perseguendo quelle istanze di libertà al centro delle quali sta l'uomo, con i suoi sentimenti, le sue ribellioni, le sue esigenze interiori.

Sarà, in questo senso, l'ultimo, grande movimento intellettuale identificabile e definibile in una adeguata prospettiva storica.

* articolo aggiornato il 9/12/2012


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