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Gustav Klimt - "Il bacio"
di Vilma Torselli
pubblicato il 15/04/2007
Affermazione di un linguaggio artistico di impronta simbolista di estrema raffinatezza formale, nel clima culturale della Vienna di fine '800.

"Che l’immagine del mondo sia provvisoria è una certezza per l’austriaco, in tutte le sue sensazioni: e questa mirabile profondità di pensiero della nostra ben nota frivolezza, nessuno, dall’età barocca, l’ha mai spiegata ai nostri occhi con tanto splendore e con tanta eleganza come Klimt."
(Hermann Bahr)

Pur riconoscendo una matrice comune a tutti i movimenti europei del periodo Liberty, di stampo fondamentalmente polemico verso la tradizione e lo stile accademico ottocentesco, si può dire che in Italia mancò una base teorica organica e consapevole che avesse sufficiente forza propositiva per dare origine ad un movimento di pensiero forte e strutturato, cosicché la raffinata eleganza stilistica di questa corrente, del tutto nuova nel suo riferimento costante agli elementi naturali, sconfina sovente nel formalismo vuoto e decadente di un linguaggio un po' narcisistico e compiaciuto.

Fiori, frutti, viticci, rami, foglie e la loro geometrica stilizzazione sono gli elementi morfologici presenti indiscriminatamente in tutte le opere, non solo italiane, del periodo, e si può dire che, nonostante la debolezza della componente teorico-filosofica di questo movimento in Italia, esso connotò come pochi altri in modo diffuso ed allargato ogni campo dell'attività artistico-creativa: architettura, scultura, pittura, design, ceramica, gioielleria, cristalleria, ferri battuti, argenteria, persino abbigliamento si adeguano ai canoni stilistici del Liberty.

Nell'atmosfera "fin de siècle" ancora permeata dal naturalismo gioioso e soave dell'Impressionismo, il Liberty italiano si esprime con toni leggeri in attività di confine tra arte e artigianato di qualità, privilegiando la ricerca estetica piuttosto che contenutistica, diffondendosi, anche per la gradevolezza e la raffinatezza delle sue forme, in tutti gli strati sociali: è in stile Liberty la villa del ricco borghese, come sono liberty i mobili e le suppellettili della casa modesta, in una mai raggiunta prima uniformità stilistica, forse proprio perchè la cultura liberty rappresenta un fenomeno più vicino alla moda che all'arte.

Non altrettanto si può dire per l'Austria.
Con inizio nel 1897, la Secessione viennese fu un vasto e potente movimento artistico-culturale che radunò personaggi straordinari in disparati campi: architetti del calibro di Olbrich, Hoffmann, Wagner e pittori come Klimt, Moser, Kurzweil, Roller, in una Vienna che era la capitale più colta ed evoluta di tutto il mondo, dove soggiornavano ed operavano musicisti come Mahler e Schönberg, che influenzò molto l'astrattismo lirico di Kandinskij, dove elaboravano le loro teorie studiosi quali Freud e Wittegenstein, con la contemporanea presenza di una vasta schiera di intellettuali ed artisti di ogni genere.
La prima guerra mondiale (1914-1918), con la conseguente dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, decreterà la fine di questa società raffinata ma anche decadente, consapevole di essere sull'orlo di un baratro, che esprimerà in un'arte sostanzialmente simbolista la coscienza della propria fragilità.

Gustav Klimt (1862-1918) è il personaggio di maggior spicco nell'ambito del movimento austriaco, ed è quello in cui la connotazione simbolista della Secessione apparirà in termini più espliciti.
La prima fase della sua attività artistica risente notevolmente di un atteggiamento storicista, seppure animato da un certo ecclettismo, tipico di una cultura ottocentesca che lo porta a rivisitare l'esperienza classico-rinascimentale ed a produrre opere di straordinaria nitidezza segnica ed armonia compositiva.
In seguito, dopo il 1890, Klimt allarga i suoi orizzonti interessandosi alle altre esperienze europee, di impronta simbolista, per giungere ad un suo nuovo e personale linguaggio dieci anni dopo, con un celebre dipinto, "Giuditta I" (1901), dove si trova consolidata un'idea del femminile misteriosa e fatale in un inconfondibile stile: uno stile che, nel corso degli anni, subirà evoluzioni e cambiamenti fino all'ultima fase della attività dell'artista, sensibile alle tematiche dell'Espressionismo, rappresentato in Austria da due artisti "maledetti", Egon Schiele, che dipingerà il dissacrante "Cardinale e suora", e Oscar Kokoschka, suoi allievi.

"Il bacio", 1907-1908, olio su tela, cm.180x180, esposto oggi alla
Österreichische Galerie di Vienna, tra le più note opere di Gustav Klimt (1862-1918), è anche la più importante di quello che si definisce "periodo d'oro" dell'artista, periodo delle piena maturità , che ha inizio dopo due sue visite a Ravenna: i fondi dorati e la piattezza delle forme stilizzate dei mosaici bizantini, che lo affascinano profondamente, marcheranno tutto il suo successivo operare.
La tecnica musiva e l'oro dei mosaici stimolano ulteriormente alcune sue tendenze cromatiche già presenti e qui l'oro, già utilizzato in passato sopratutto in chiave simbolica per sottolineare il carattere sacro di certi oggetti in genere mitologici (la cetra di Apollo, l'armatura di Atena Pallas), acquista una predominanza inedita ed assoluta, diventa la trama complessiva e riassuntiva dell'intera composizione, che sintetizza tutte le principali caratteristiche del linguaggio dell'artista.
La coppia rappresentata, anche questo un tema già presente in opere anteriori, si struttura in uno schema piramidale di ricordo classico (basta pensare alle tante composizioni piramidali di Leonardo o Michelangelo), su fondo dorato, in una profusione di decori e sontuosi motivi ornamentali dalle vivaci campiture cromatiche con effetto a mosaico, definite con tratti precisi da miniaturista, sintesi estetica prodigiosamente equilibrata di elementi naturalistici, geometrici, astratti, che si rincorrono e si integrano in una fusione sensuale e spirituale insieme.
Gli amanti raffigurati sono lo stesso Klimt e la sua compagna Emilie Floge, la quale, particolare aneddotico, possedeva una raffinata boutique di abbigliamento per le ricche borghesi viennesi ed utilizzava talvolta per la confezione degli abiti di alta sartoria preziosi tessuti disegnati dall'artista.

Al diverso andamento delle linee dei motivi decorativi, curve e flessuose o schematiche e spigolose, è affidato il compito di esprimere la morbidezza femminile e il rigore maschile, l'afflato spirituale e la concretezza naturalistica, l'erotismo e l'ascetismo, in una composizione che vuole tutto riassumere in un'armonia olistica, cosmica, fondendo uomo e donna, esseri umani e natura, forza e leggiadria.
Il fitto prato fiorito che dilaga ai piedi dei due amanti amplifica la composizione legandola a terra, mentre lo sfondo baluginante di riflessi dorati alleggerisce la parte superiore, arricchendola di mistero, riproponendo metaforicamente il tema della sintesi tra elementi contrapposti, cielo e terra, luce ed ombra, realtà e utopia, verità e illusione.

Nei continui rimandi che vibrano in tutta la composizione, nella sottile tensione tra naturalismo e astrazione decorativa, nel virtuosistico equilibrio tra elementi contrapposti si legge l'inquietudine di un'epoca sospesa tra illusioni e certezze, tra fragilità e splendore, che sente avvicinarsi la fine e cerca promesse di salvezza nel potere risanatore della fusione amorosa, nel bacio che suggella una improbabile riconciliazione tra gli opposti.

Il dipinto, di estrema raffinatezza formale, di rarefatta eleganza stilistica, nella sua sensuale celebrazione dell'unione amorosa, dove l'erotismo si sublima nella perfezione estetica (permettendo così all'artista di aggirare la censura su un tema allora proibito), non è né gioioso né radioso, ma pervaso da un'ambiguità sottile che lascia aperte inespresse possibilità, da un fascino con qualche lato oscuro e irrisolto, che deriva forse dalla sottintesa precarietà di un equilibrio così perfetto: la mirabile sintesi estetica della cultura di un mondo morente non assicura necessariamente l'attuabilità di un disegno di salvezza attraverso l'edonismo decorativistico dell'arte, sia pure quella, somma, di Gustav Klimt.

Il messaggio espressionista di Munch e Van Gogh travolgerà come un fiume in piena ogni pretesa di armoniosa coesistenza tra istinto e ragione, tra reale e immaginario, demolendo per sempre l'illusoria fiducia nel potere consolatorio di un'arte "bella" e traendo allo scoperto le invalicabili diversità e i tumultuosi conflitti di cui si farà carico la seguente arte del '900.

link:
Gustav Klimt, "Ritratto di signora"


DE ARCHITECTURA
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"Reflection" (self portrait)

 

 
 

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