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L'encausto nella pittura moderna
di Vilma Torselli
pubblicato il 13/03/2011
Una tecnica antica per contenuti moderni.

L'encausto, termine di origine greca (egkauston) che significa ‘bruciato’, è una tecnica pittorica con origini molto antiche, già nota in Egitto 3700 anni fa, che utilizza pigmenti colorati misti a cera d’api parzialmente saponificata, assai fluida, che funge da legante.
Utilizzabile su vari tipi di supporto, la miscela veniva stesa a pennello o a spatola e quindi rifinita in superficie con arnesi metallici scaldati.
Nel tempo la tecnica ad encausto è stata perfezionata e modificata per effetti sempre più raffinati, fino ad essere soppiantata prima dalla pittura ad olio, poi da materiali più moderni, in genere a base sintetica (colori acrilici), di più facile applicazione  e più veloce essicazione.

Sono quindi pochi gli artisti moderni che hanno utilizzato questa tecnica ormai di nicchia, e chi l'ha fatto è stato spinto da considerazioni più ideologiche che pratiche in grado di giustificare questa difficile ed inusuale scelta.

L'artista più noto che si è spesso cimentato nell'uso dell'encausto è Jasper Jonhs, artista pop americano che inizia a produrre nel 1955 una serie di dipinti, prevalentemente  sul tema del bersaglio e della bandiera americana (il più noto "Three Flags", del 1958), dove l’encausto si sposa con il collage: nella base fluida e calda, Johns lasciava infatti cadere piccoli pezzi di carta di giornale, utilizzando poi l'impasto risultante stendendolo sulla tela di supporto (vaga somiglianza con la cartapesta).
I critici hanno voluto vedere in questa scelta indubbiamente curiosa una metafora concettuale secondo la quale il giornale, materia instabile perché pieno di notizie e storie provvisorie, rappresentava la natura stessa dell’identità nazionale del popolo americano, in continuo mutamento. Unita al tema della bandiera a stelle e strisce, questa tecnica sembrò dettata da scelte di carattere idealistico e nazionalistico, suscitando perciò non solo apprezzamenti, ma anche critiche da parte dei tradizionalisti che ne coglievano l'aspetto irriverente, dando vita ad un vivace dibattito.

Ma io non avevo intenzione di fare dichiarazioni patriottiche – afferma lo stesso Johns, il primo ad essere sorpreso da tanto interesse - Molti hanno pensato che fosse un'opera sovversiva e sgradevole. È buffo vedere come i sentimenti si ribaltino.”

In realtà l’abbinamento tra una tecnica così antica e risultati artistici così moderni, mentre induce a riflettere sulla sostanziale indipendenza dell’opera d’arte dal modo in cui essa viene prodotta, rivela un atteggiamento ironico e dissacrante nel più puro spirito pop-duchampiano nei confronti di immagini identitarie con forti attribuzioni simboliche talvolta demagogiche.
Al tempo stesso, la tecnica ad encausto, sia per la difficoltà esecutiva sia per la sua 'nobiltà' di origine, costituisce uno strattagemma intellettualistico attraverso il quale conferire all'oggetto comune ed umile un forte valore iconico ed una certa solennità, con il risultato di spaesare l'osservatore raccontando oggetti familiari in un incongruo linguaggio aulico e raffinato.

Questa personale ricerca di un significato comunque 'artistico' a tutti i livelli distingue Jasper Johns da Andy Warhol e dalla maggior parte degli artisti della corrente pop, dai quali lo stesso Johns prende le distanze: “Non sono un artista pop!”, afferma infatti, e tuttavia, in una prospettiva storica di sufficiente ampiezza, Jasper Johns, con Robert Rauschenberg, è a buona ragione considerato l’antesignano di quel movimento new-dada che, con il nome di Pop Art, segnerà la nascita della moderna cultura visiva della giovane nazione americana.

E ciò anche grazie all'encausto, una tecnica giunta da molto lontano, sia nel tempo che nello spazio, nelle mani di un artista americano fortemente innovativo e paradossalmente tradizionale.

link:
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