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                | Vivere l’arte di 
                  Ignazio Fresu
 pubblicato il 27/04/2008
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                | Il rapporto tra cittadinanza, 
                  Enti Locali ed arte nell’epoca della globalizzazione. |   
                | Nel periodo che ci ha preceduto, l’arte 
                  ha spesso avuto una funzione storico-sociale: è stata 
                  la concretizzazione dei valori, delle visioni del mondo, degli 
                  ideali in cui una determinata società si è riconosciuta. 
                  Si pensi quale valore estetico, religioso, politico hanno significato 
                  per l’antica civiltà greca, il tempio, la scultura 
                  o la tragedia; così come, per fare un altro esempio, 
                  il nostro Rinascimento che nel rinnovamento culturale e scientifico, 
                  attraverso la riscoperta dell’uomo e dell’Umanesimo, 
                  instaurò un nuovo ideale di vita dove pittura, poesia, 
                  letteratura, musica, hanno stabilito un rapporto di reciprocità 
                  tra uomo, società, ideali e politica. Le stesse prerogative le ritroviamo in tutti i movimenti artistici 
                  sino alle avanguardie del novecento e in tutte le scuole, gli 
                  stili, le tendenze e correnti artistiche che hanno permeato 
                  la nostra cultura divenendo inequivocabilmente rappresentative 
                  del luogo e del periodo che le ha prodotte.
 Oggi la nostra esperienza estetica è differente, l’arte 
                  ha abbandonato questa sua particolare peculiarità. La 
                  nostra società è sempre più caratterizzata 
                  da una frammentazione dei valori estetici, una sorta di esteticità 
                  diffusa. Circolano molti più prodotti artistici, molti 
                  più valori estetici, ma, in modo inversamente proporzionale 
                  la loro incisività si è sensibilmente ridotta.
 Più che di “capolavori” nel loro significato 
                  unilaterale ed implicito, si produce un movimento esteticamente 
                  significativo, una sorta di disseminazione estetica che a volte, 
                  purtroppo, è ridotta solamente a spettacolo.
 
 Questa è indubbiamente la caratteristica principale della 
                  nostra epoca mass-mediologica e pur constatando un diffondersi 
                  continuo di strutture e occasioni atte ad accogliere e far conoscere 
                  l’arte contemporanea, questa è presentata in funzione 
                  di un’ottica museale pubblicitaria.
 Dell’arte contemporanea è proposto l’aspetto 
                  più superficiale dell’esperienza artistica. In 
                  queste strutture, che in Italia vanno sempre più moltiplicandosi, 
                  è cancellata la sperimentazione ed ignorata la presenza 
                  di una cultura locale a favore di una di tipo internazionale 
                  e globalistica.
 Questo atteggiamento mostra uno stato d’inferiorità 
                  che si esplicita nella realizzazione di musei e di collezioni 
                  comunali e regionali, dove le esperienze territoriali sono misconosciute, 
                  preferendo a queste, collezioni internazionali composte perlopiù 
                  di scarti, anche per la cronica carenza di disponibilità 
                  finanziarie, e opere marginali di artisti dai nomi più 
                  blasonati a scapito di collezioni territoriali ben più 
                  abbordabili che ci permetterebbero di conoscere e preservare 
                  la cultura e la vitalità di un paese, di un territorio 
                  o una regione.
 Qualunque regione potrebbe tranquillamente permettersi di acquisire 
                  con poca spesa, esemplari collezioni di artisti che operano 
                  sul proprio territorio, ma per il timore di provincialismo viene 
                  dispersa questa cultura.
 I Comuni si sentono sminuiti se si prospetta loro un museo territoriale, 
                  mentre in realtà, proprio a causa del persistere in questo 
                  comportamento, l’Italia è stata privata di una 
                  memoria storica e culturale fondamentale.
 Se uno studioso, un artista o uno storico volesse conoscere 
                  l'arte contemporanea italiana locale dal dopoguerra a oggi, 
                  non ha alcun elemento per farlo. Se invece ogni regione o Comune 
                  italiano raccogliesse le opere dei propri artisti, preserverebbe 
                  un patrimonio storico-culturale incalcolabile, preservando la 
                  propria identità.
 
 I paesi con una tradizione culturale contemporanea oltre a sostenere 
                  la sperimentazione, cosa che in Italia non accade, tutelano 
                  la cultura del loro territorio attraverso raccolte pubbliche.
 Questo avviene negli USA come in Giappone, Germania, Inghilterra, 
                  Francia o in tutti i paesi nordici europei dove i musei locali 
                  sono una realtà capillare e motivo di orgoglio senza 
                  alcuna competizione nei confronti del MoMA, del Tate Modern, 
                  del Centro Pompidou e dei grandi musei internazionali.
 E’ fondamentale in ogni territorio e in ogni comunità, 
                  la realizzazione di spazi dove i cittadini possano convergere, 
                  confrontarsi, conoscere e dunque vivere l’arte nel suo 
                  divenire. L’esperienza dell’arte contemporanea è 
                  un’esperienza inquietante, che apre un mondo alternativo 
                  a quello presente, scuote le nostre abitudini, le nostre certezze, 
                  risveglia la nostra capacità critica.
 L’arte contemporanea è qualcosa di più di 
                  un semplice godimento, ci solleva da questa esistenza, non genericamente 
                  per consolarci facendoci sopportare in qualche modo i mali della 
                  vita, ma per rendere l’esistenza che conduciamo più 
                  vera, più viva
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                |  |   
                | Ignazio Fresu, 
                    installazione "Pietre" nel Cortile del Podestà 
                    del Palazzo Comunale di Siena |  
                | www.ignaziofresu.it |  |   
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                
                
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