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Automatismo psichico ed espressione artistica
di Vilma Torselli
pubblicato il 26/01/200
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Arte come "modello puramente interiore", risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto artistico.

Nel Manifesto di André Breton (1924), il Surrealismo viene così definito :"Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di qualsiasi preoccupazione estetica e morale. Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero."

Egli parte dalle teorie freudiane sui sogni e la loro interpretazione, chiedendosi quale possa essere il loro significato e la loro importanza, visto che rappresentano molta dell’attività di pensiero dell’uomo, in quale trascorre dormendo buona parte della sua vita.
Una strada per arrivare ad una accettabile spiegazione è quella di ipotizzare che il sogno inganni il controllo della volontà sulle azioni, permettendo di ignorare il giudizio della consapevolezza e superare così l'ostacolo rappresentato dalla ragione, poiché "la mente conscia dà continuamente giudizi su ciò che è possibile e su ciò che non lo è" (Gilberto Gamberini , "Conscio e Inconscio"), condizionando in tal modo la libera espressione della creatività.

Parallelamente al discorso estetico, pesantemente influenzato dalla filosofia freudiana, il Surrealismo porta avanti anche un suo discorso ideologico, sostanzialmente di sinistra, appoggiato al marxismo ed a una politica di carattere sociale.

L'inconscio, afferma quindi il Surrealismo, si esprime nei sogni attraverso forme libere di associazione, lasciando cioè che un' idea segua l'altra senza la consequenzialità logica del ragionamento consueto, ma automaticamente, sulla base appunto di un "automatismo psichico" libero da qualunque controllo di tipo morale, etico, culturale: il sogno è il luogo privilegiato in cui attingere a una "surrealtà" che rappresenta il "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni si ricompongono e trovano soluzione.
L’arte diventa quindi mezzo per trasporre sulla tela immagini oniriche e deliri dell’inconscio, paure, angosce, attraverso immagini dal significato simbolico.

L'arte, "modello puramente interiore", deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto artistico, fuori dal controllo morale o razionale della coscienza e di canoni estetici prestabiliti, l'arte deve tradurre in termini plastici l'attività dell'inconscio, con linguaggi liberi, nuovi, anomali, che ammettano ogni sperimentazione ed ogni stile: saranno il collage, il frottage, la decalcomania, la pittura automatica, i quadri di sabbia, il fumage.
La pittura e la scultura, che restano comunque le due forme espressive più importanti, rimangono sostanzialmente figurative, anche se di un figurativismo trasfigurato rispetto alla realtà, con la quale il dialogo non si interrompe mai, suddivise grosso modo in due grandi categorie per ciò che riguarda l'esito estetico, una che ricerca accostamenti inconsueti dei soggetti rappresentati, un'altra che ne propone deformazioni irreali.

La prima corrente, di cui Max Ernst è il rappresentante più tipico, gioca sull'accoppiamento di due realtà logicamente inconciliabili che, grazie alla libera associazione di idee promossa dall'automatismo psichico, si uniscono per produrre un effetto insolito ed inedito, discendendo da questo accostamento casuale ciò che la poetica surrealista definisce "bello".

La seconda corrente propone deformazioni della realtà ben lontane dal concetto espressionista, che accentua ed esaspera i caratteri per esprimere l'interiore soggettività, sono deformazioni in chiave metamorfica, che trasformano un oggetto in un altro (Magritte), inducendo in chi guarda lo spostamento del senso percettivo e il sovvertimento del senso comune, in un diverso ordine della realtà.

Soprattutto in aderenza alle teorie marxiste, negando il principio troppo edonistico di un'arte per l'arte, i surrealisti le attribuiscono il compito di rivelare il funzionamento reale del pensiero, stabilendo un rapporto immediato tra inconscio e gesto poetico prodotto dall'automatismo psichico, dando l'avvio ad un processo critico che metta in discussione il concetto di realtà, intesa anche come realtà sociale.

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