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Testi e commenti di Vilma Torselli su Antithesi, giornale di critica d'architettura. Il più letto in Artonweb:fotografia |
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Libri
Massimo Recalcati, "Il mistero delle cose. Nove ritratti di artisti", l'arte alla luce della psicanalisi per "far esistere il miracolo della pittura". |
Musei
Milano, nuovo Museo di Arte Etrusca con un’incredibile sala ipogea creata dallo studio Mario Cucinella Architects. |
Concorsi
III edizione del concorso di fumetto e illustrazione “Sensuability & Comics”, per informare e sensibilizzare sul tema della sessualità e della disabilità attraverso l'arte.
Scadenza 15 gennaio 2021. |
Premi
La Giuria di In/arch, presieduta dal filosofo e allievo di Gillo Dorfles, Aldo Colonetti, ha conferito all’unanimità il Premio alla Carriera a Giuseppina Grasso Cannizzo. |
In Italia
Cuneo, mostra nella Chiesa di San Francesco "E luce fu", opere di Giacomo Balla, Lucio Fontana, Olafur Eliasson, Renato Leotta.
Fino al 14 febbraio 2021. |
All'estero
Ai musei d'Orsay e dell'Orangerie una mostra con una sessantina di dipinti e circa quaranta disegni, dedicata al cosiddetto “periodo Renoir” di René Magritte, dal 10 febbraio al 21 giugno 2021.
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Quarant'anni fa moriva Ludwig Mies
van der Rohe
di Vilma Torselli
pubblicato il 30/08/2009 |
La ricerca della purezza formale
priva di tentazioni estetizzanti. |
Sia perché attratto dal sogno americano
sia perché incalzato dall’avanzare del regime nazista, come tanti intellettuali
dell’epoca Ludwig Mies van der Rohe (1886-1969) abbandona la nativa Aquisgrana in Germania e
giunge a Chicago nel 1937.
Trascorrerà in America il resto della sua vita, morendo
a Chicago il 17 agosto di quarant’anni fa.
Reduce dall’esperienza della Bauhaus, una parentesi
fondamentale e performante per tutti quanti vi parteciparono,
van der Rohe è affascinato dalla nuova realtà
americana, intrisa di quel pragmatismo e tecnicismo che
ne fanno il terreno ideale per accogliere e rendere fecondo
il messaggio della scuola di Dessau, ed è folgorato
soprattutto, così narra la leggenda, dagli scheletri
strutturali dei grattacieli in costruzione che proprio in
quel periodo sorgono come funghi nelle metropoli d’oltre
oceano.
Forse non fu proprio così, ma è indubbio
che questo giovane architetto europeo sa scorgere nella
loro provvisoria, incompiuta essenzialità la genesi
mentale del progetto architettonico, la purezza concettuale
di un’idea, il rigore linguistico di una funzionalità
basica.
Si fa strada la sua poetica minimalista, per lui "Le
strutture in acciaio nella loro essenza sono strutture a scheletro […..
] la costruzione ad armatura portante di una parete non
portante. Dunque edifici pelle ed ossa", scarni, senza nulla
di superfluo, senza nulla che non derivi da una necessità
precisa ed individuata, senza nulla da nascondere sotto
la cortina trasparente delle facciate, acciaio sotto vetro,
spazio ritmato da tersi diaframmi di materia lucidata e
levigata, sublimata dal gioco di riflessi della luce........
Un mio articolo su Mies van der Rohe è stato pubblicato nella sezione
Cultura del Corriere del Ticino
in occasione della ricorrenza.
L'articolo in pdf
link:
Ludwig Mies van der Rohe
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